giovedì 23 luglio 2009

I Confini di Foghorn - Cap. 9

Palansky era di nuovo raggiante.
L’impresa di suo cugino, Pappo Lo Red, lo aveva rinvigorito. Si sentiva pieno di risorse e voleva assolutamente sfruttare il momento.
In sole 24 ore erano stati rimandati a casa tutti i Petrani del nord. Finalmente. Il “famelicoD.R.A. (Dipartimento per la Ricerca Archeologica), sul territorio Undez, non esisteva più.
La ricerca era ora nazionalizzata!!!
Convocò gli alti vertici militari, nella sua residenza estiva poco fuori la capitale Quintopia.
Signori” disse con la solita calma delle occasioni ufficiali; “non mi servite più”.
L’aria nella grande sala riunioni era umida e molto calda.
La tensione era palpabile.
I militari (erano una decina circa) si guardarono attoniti, nelle loro uniformi cariche di lustrini.
Il Col. Abely fu il solo a non sorprendersi. Sapeva che anche per lui era finita.
Troppi errori e troppa superficialità avevano trasformato in sconfitta, una vittoria scontata contro gli ex-Ducati….Inammissibile….giustamente inammissibile.
A dire il vero” continuò alzando gradualmente il tono della voce “l’intera FO.Or., col suo ciarpame e le sue complicazioni, non ha più alcun senso. Consideratevi liberi dal servizio. Per sempre…”.
Abbassò la testa sul carteggio che aveva sulla scrivania e non li degnò più di uno sguardo.
Voltarono mestamente le spalle ed uscirono in silenzio. Nessuna protesta.
Rimasto solo, Palansky si fece pensieroso. Era profondamente dispiaciuto per il Col. Abely, suo grande amico e compagno di mille battaglie. Ma non poteva tornare indietro. Lui avrebbe capito.
Passò a pensieri più entusiasmanti.
Il giorno dopo avrebbe fatto promulgare un Decreto di scioglimento delle Forza Operativa Orientale.
Undez era libera e indipendente. Non era più l’Oriente di nulla.
Contestualmente sarebbe nata la Forza Armata della Repubblica del Popolo Undez, strutturata in un’unica Armata, sotto la guida del solo uomo al mondo di cui si fidava ciecamente: Pappo Lo Red. Da ora il Generale Pappo Lo Red!!!
Era l’uomo giusto. Saggio, leale, capace di guidare i suoi uomini alla vittoria. Un talento naturale. Avrebbe scelto lui il suo staff.
Restò seduto ancora un po’, mentre prendeva appunti disordinati su un foglio di carta bianco. Per sé avrebbe tenuto la sola carica di Presidente della Repubblica, che già gli garantiva il controllo totale grazie ad un quanto mai previdente diritto di veto sulle decisioni del Congresso.
Andiamo avanti” pensò “andiamo avanti..:”.

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